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Qual è la Prevenzione Che a Scuola Funziona?

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Ulisse Mariani

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Riassunto:

Nel nostro Paese, la prevenzione del disagio e la promozione del benessere degli alunni non è mai stata presa in seria considerazione. Probabilmente perché non paga a livello politico, perché i risultati tendono a vedersi avanti nel tempo e non nell’immediato e, infine, perché non c’è una cultura in grado di stratificare strategie, conoscenze e buone pratiche per affrontare e risolvere i tanti problemi posti dai bambini e dai ragazzi all’entrata a scuola.

Allora qual è la prevezione del disagio che funziona? Nelle scuole italiane purtroppo si pensa spesso che prevenzione sia sinonimo di informazione, ottenendo così risultati addirittura controproducenti.


Le scuole, all’inizio di ogni anno scolastico, preparano le linee conduttrici delle attività regolari e dell’offerta formativa (POF), sia nella dimensione didattica che in quella, altrettanto importante ma spesso vaga, della promozione del benessere.

Purtroppo in Italia nell’ambito della prevenzione e della promozione del benessere a scuola si tende ancora molto ad improvvisare e troppo spesso si organizzano piani di intervento generici, senza possibilità di misurazione alcuna e, soprattutto, senza verificare una benché minima ricaduta positiva sugli alunni.

Fare Prevenzione Non Significa Informare

Si dice che occorre “fare prevenzione” in quanto se ne presenta il bisogno, perché il malessere è sempre più diffuso tra le giovani generazioni, per fermare il bullismo, perché i ragazzi assumono sostanze e bevono. Tuttavia il fare prevenzione il più delle volte si appiattisce nel dare informazioni o nel tentativo di educare gli alunni a nuovi e più sani stili di vita.

Si assiste così al rincorrere prima e proporre poi progetti finalizzati a evidenziare quanto fa male la droga o l’alcool e quanto è meschina la violenza, senza preoccuparsi di verificare strategie, risultati, obiettivi.

La cosa incredibile è che il fare prevenzione attraverso l’informazione è considerato, perfino dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, almeno dagli anni ’80, un’attività completamente fallimentare se non addirittura controproducente.

Nonostante ciò, in gran parte delle realtà istituzionali italiane si continuano a declamare sterili informazioni su ciò che fa male e ciò che fa bene, su ciò che è buono e ciò che è cattivo, su quanto si dovrebbe fare e quanto non si dovrebbe mai fare: mai una verifica su quanto di tutto ciò arrivi ai bambini, ai ragazzi, agli alunni.

Quali Sono le Indicazioni degli Esperti?

Eppure in questo ambito le raccomandazioni dell’OMS, le linee guida delle più accreditate agenzie in materia di prevenzione e promozione del benessere sono chiare. Si tratta di:

  • stratificare e condividere una nuova cultura pedagogica;
  • di favorire gli interventi di educazione affettiva ed emotiva;
  • di proporre strategie di intervento consolidate e verificate (per battere il bullismo, per esempio, esistono già molte buone pratiche sperimentate e collaudate);
  • di pianificare interventi formativi per docenti e genitori.

Trasformare le Pulsioni in Emozioni per Difendere i Bambini dalla Possibile Devianza

Soltanto una buona educazione emotiva è in grado di aiutare le nuove generazioni a non rimanere intrappolate nelle proprie pulsioni (volere tutto e subito), ma a trasformarle in emozioni, decodificabili, modulabili e gestibili. Insegnare a trasformare la pulsione in emozione equivale ad offrire un vaccino per difendere bambini e adolescenti dal disagio, dalla sofferenza, dal disadattamento, dalle dipendenze e dalla possibile devianza.

Nel campo della prevenzione si continua invece, almeno in Italia, a ragionare come se il mondo fosse piatto e al centro del sistema solare.

La Prevenzione che a Scuola Funziona: la Didattica delle Emozioni®

La Didattica delle Emozioni® è un format d’intervento di prevenzione precoce e di nuova generazione appositamente pianificato dal team di Educazione emotiva per essere utilizzato nelle scuole (dall’infanzia al ciclo secondario). Si ispira ai principi dell’”Educazione Emotiva” aumentando le competenze emotive ed empatiche negli alunni.

Una ricerca effettuata nel 2022 dal nostro team in collaborazione con diverse università italiane ha portato ad una validazione scientifica dell’efficacia di questo metodo educativo. La sua applicazione, diminuendo i livelli del cortisolo, l’ormone dello stress, promuove il benessere a scuola e previene l’insorgere di forme di disagio come le dipendenze patologiche e altre condotte disadattate. Contrasta inoltre il bullismo, l’aggressività e la dispersione scolastica.

È Necessario Proporre Progetti Validi e a Lungo Termine

Mi auguro che all’inizio del prossimo anno scolastico si faccia uno sforzo, sia a livello centrale che a livello periferico, per proporre progetti a lungo termine ed educazioni non puntiformi e frammentate. Occorre “essere nella prevenzione” e non farla quando c’è tempo e quando viene appaltata ai docenti dotati di buona volontà.

Se anche il prossimo anno la cronaca ci assalirà nuovamente inanellando casi di bullismo e altro ancora, avremo solo perso ancora un altro anno.