Per aiutare i bambini ad acquisire benessere, fiducia, sicurezza ed una sensazione di efficacia nell’affrontare le situazioni di pericolo e di incertezza, occorrerà che i genitori sappiano offrire limiti per contenere con gradualità le sue richieste.
Dare Regole ed Essere Autorevoli
Ogni bambino tende naturalmente a volere tutto e subito, alla stregua di un piccolo tiranno onnipotente. Affinché non venga lasciato in balia di queste sensazioni onnipotenti, della pulsione di volere tutto e subito e di bisogni non in grado di sostenere e gestire, rischiando di esserne sopraffatto, occorre assolutamente autorevolezza.
I limiti imposti dai genitori autorevoli quindi, contenuti ovviamente entro livelli non traumatici ed accettabili, saranno successivamente utilizzati dal figlio per modulare, accettare e superare le inevitabili difficoltà della vita e le ineluttabili frustrazioni che la stessa vita riserva.
Dare regole ed essere autorevoli costituisce dunque un importante aspetto educativo per promuovere benessere e sicurezza nei figli.
Rispecchiare Sensazioni ed Emozioni
I neuroni specchio ci rendono capaci di sentire quello che fa un nostro simile, percependone sensazioni, emozioni ed intenzioni.
Anche i bambini possiedono questa competenza, probabilmente fin dal quarto mese di vita. Per sviluppare appieno la propria personalità, il piccolo (e poi il ragazzo) necessita di realizzare una buona sintonia con gli adulti che lo circondano, affinché possa sentire serenamente e chiaramente che gli altri sentono quello che lui sta percependo.
Solamente attraverso rispecchiamenti nutrienti e sintonie decodificabili i figli, fin da piccolissimi, sono in grado di crescere forti e autonomi, sviluppando un attaccamento sicuro foriero di indipendenza, autostima e buona capacità di connettersi con gli altri lungo l’intero arco dell’esistenza.
10 Preziosi Consigli
Dal punto di vista pratico, per rendere sicuri i figli sarebbe pertanto necessario adottare il seguente decalogo:
- essere attenti alle richieste che provengono dal bambino;
- distinguere le numerose richieste dei piccoli senza confonderle fra di loro;
- ricordarsi che il pianto, almeno fino ad una certa età, rappresenta l’unica modalità di comunicazione e quindi non deve essere ritenuto soltanto quale sintomo di dolore o disperazione;
- dare risposte prevedibili, evitando confusione, contraddizioni, ambiguità e non chiarezza;
- rispondere in modo tempestivo alle richieste di cura e vicinanza del bambino, abituandolo nel tempo anche a fargli attendere un po’ il soddisfacimento del bisogno, in modo che impari a trovare da solo risposte consolatorie e soluzioni autonome;
- evitare oscillazioni confusive nell’offerta di accudimento (mostrarsi, per esempio, molto disponibili ed affettuosi e altre volte, nella medesima situazione, diventare all’improvviso nervosi, distanti e scontrosi è sconsigliabile);
- porre dei limiti, evitando di essere sempre a disposizione;
- non mostrarsi costantemente ansiosi, preoccupati o impauriti per ogni piccolo segnale di disagio proveniente dal bambino (potrebbe avere semplicemente un po’ di fame o sentire soltanto troppo caldo: niente paura!);
- astenersi dall’anticipare ogni azione ed ogni condotta esplorativa dei piccoli, nella convinzione di aiutarli o non farli faticare;
- abbracciarli spesso; sembra un consiglio scontato, ma non lo è.
Tutte queste indicazioni valgono anche per i docenti; spesso un attaccamento sicuro, qualora in famiglia non ci siano le condizioni più adatte per realizzarlo, può essere recuperato a scuola da insegnanti, maestri e docenti empatici, autorevoli e sicuri.