Rapporto tra Madri, Figli e Cibo – Rosanna Schiralli, Rai Radio 1

“Madri, figli e cibo”: Ascolta la puntata > Rai Radio 1: “Formato Famiglia” del 07/05/2024


La dott.ssa Rosanna Schiralli interviene nella nona puntata di un’interessante rubrica dedicata all’educazione emotiva, in onda il martedì, ogni quindici giorni, durante la trasmissione radiofonica Formato famiglia, condotta da Diana Alessandrini. Si tratta di una sorta di corso radiofonico per genitori, docenti ed educatori, un’importante opportunità per capire il grande valore dell’educazione emotiva.

Si alternano negli interventi la dott.ssa Rosanna Schiralli e il dott. Ulisse Mariani, psicologi, psicoterapeuti, formatori ed ideatori del Metodo della Didattica delle Emozioni®, un Metodo® nato da 20 anni di studi e di esperienze dirette nella cura dei disagi dei bambini, degli adolescenti e dei giovani.

In questa puntata, la nona, Rosanna Schiralli indica come gestire il rapporto tra madri, figli e cibo, un rapporto che si è fatto ormai sempre più problematico. Frequentemente, infatti, nelle case il pranzo o la cena diventano un vero e proprio campo di battaglia, un momento di stress, di contrasto, di arrabbiature invece che di condivisione, allegria e gioia. Ma perché?

Perché il Rapporto tra Madri, Figli e Cibo Può Essere Problematico?

All’inizio dell’intervista radiofonica, la dott.ssa Schiralli spiega che il rifiuto del cibo da parte di un bambino può rappresentare:

  1. un’elemento che il piccolo utilizza per comunicare alla mamma un messaggio profondo ed importante;
  2. un semplice capriccio, un’ostinazione frivola, facilmente superabile.

Il Cibo Esprime la Relazione tra Mamma e Figlio

Rosanna Schiralli, che da psicologa e psicoterapeuta ha affrontato molteplici casi al riguardo, rivela che il cibo, che pure è fondamentale per il sostentamento e per la crescita di un bambino, diventa un terreno di azione molto delicato. “E ciò – spiega – non tanto per il valore intrinseco del cibo (calorie, dieta), quanto per la relazione che si viene a creare tra madre e figlio; si instaura una situazione delicata perché si ingaggia, proprio sul cibo, un braccio di ferro incredibile tra madre e bambino. Questi, infatti, può utilizzare il mangiare come elemento di ricatto, di vendetta, di punizione, ma anche di comunicazione con la mamma“.

La dottoressa spiega che i bambini sentono profondamente che le mamme sul cibo si angosciano e, anzi, rivela scherzosamente che, nella sua lunga esperienza di psicoterapeuta, non ha mai sentito un padre preoccuparsi del cibo riguardo al figlio. E poichè è impossibile che i padri si disinteressino totalmente della crescita fisica dei loro bambini, la psicologa conclude dicendo che innegabilmente il cibo è mamma, che il cibo esprime la relazione tra mamma e figlio, fin da quando il bambino viene allattato.

Se Non si Tratta di un Capriccio, Cosa Vuole Comunicare il Bambino Attraverso il Rifiuto del Cibo?

Il bambino, facendo sfinire la mamma anche per ore durante l’ora del pasto, può chiedere vicinanza, può essere un modo per trattenere accanto a sé una figura che per il resto del giorno non c’è o ha la testa altrove. Oppure, al contrario, può comunicare alla madre: “Non ce la faccio, mi stai troppo addosso, mi insegui troppo”, oppure, ancora, si può vendicare perché ha una grande rabbia per qualcosa che non va nella loro relazione.

I motivi alla base della problematica legata al cibo possono essere molteplici e non si possono generalizzare.

Ma come capire se il bambino sta facendo un semplice capriccio o se agisce in tal modo per un motivo più serio? L’educazione emotiva può aiutarci in questo.

I Comportamenti che la Mamma deve Mettere in Atto

1 – Non arrabbiarsi

“Se il bambino – spiega la dott.ssa Schiralli – assume un atteggiamento provocatorio, resistente, la prima regola da osservare è quella di non arrabbiarsi. Bisogna, piuttosto, ‘spuntare le armi’. In che senso?”.

2 – Non scendere in campo sul terreno proprio del cibo

Se la mamma strilla, si arrabbia o fa una brutta faccia, vuol dire che è iniziata una sfida tra lei e suo figlio, che sta facendo il braccio di ferro con lui. È importante, invece, non innescare questo meccanismo, non cadere nel tranello. Occorre evitare di scendere in campo sul terreno proprio del cibo.

3 – Non offrire alternative

Se i bambini sono a tavola e uno di loro rifiuta il cibo, non bisogna offrire un’alternativa al menù preparato. Avendo cura di evitare quel cibo che il bambino proprio non sopporta, la mamma può dire: ” Va bene, c’è questo. Se non vuoi mangiare, non preoccuparti, l’importante è che stai seduto a tavola”. E poi, si fa cadere la cosa parlando d’altro.

4 – Tenere il punto

“Se manteniamo normale l’orario dei pasti e conserviamo lo stesso atteggiamento per un paio di settimane, – ribadisce Rosanna Schiralli – con il contributo di tutti i componenti della famiglia, qualcosa inizierà sicuramente a cambiare.

5 – Coinvolgere il bambino nella preparazione del cibo

Coinvolgere il bambino nel cucinare, nel fare la spesa, e poi gratificarlo facendo assaggiare a tutti ciò che ha preparato, può sicuramente aiutare il bambino a superare il suo atteggiamento ostile a tavola.

6 – Niente dispositivi, niente televisione

Un’importante raccomandazione della psicologa: quando si mangia, niente dispositivi, niente televisione, non si deve assolutamente “anestetizzare” il bambino pur di farlo mangiare. Bisogna stare a tavola per ritrovarsi insieme e condividere.

La dott.ssa Schiralli ribadisce che con un po’ di pazienza e se non ci si arrabbia, si raggiunge sicuramente obiettivo. Se non ci si arriva, vuol dire che il bambino sta dicendo altro. Cosa fare allora?

Se l’Esperimento Supera un Mese…

Se dopo un mese l’atteggiamento del piccolo non è cambiato, vuol dire che il bambino vuole comunicare qualcosa di più importante. È quindi necessario farsi aiutare a capire che cosa egli sta dicendo; per scoprirlo, basta una piccola valutazione da parte di uno psicologo infantile.


“Madri, figli e cibo”: Ascolta la puntata > Rai Radio 1: “Formato Famiglia” del 07/05/2024

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