È importante sapere quanto accade nella testa di vostro figlio mentre gioca, affinché possiate favorire con costanza tale attività e soprattutto prendervi parte. Le ricerche in ambito neurofisiologico sul funzionamento del cervello di un bambino mentre gioca hanno appurato che durante le attività ludiche si attivano le medesime strutture nervose che coordinerebbero un’azione “vera”, soltanto ad un’intensità ridotta.
Durante un gioco il sistema limbico e l’amigdala, i principi centri della regolazione delle emozioni, mandano impulsi verso il cervello superiore “girando” ad un’intensità minore, facendo così evitare un sovraccarico di stress e limitando al minimo la produzione di cortisolo.
Con un’amigdala a basso regime di giri il vostro bambino esplora ed apprende con estrema velocità, poiché ansie e paure sono ridotte: una situazione ideale per imparare bene e presto; c’è tutto da guadagnare.
La minore intensità di attivazione dei circuiti del cervello emotivo riduce la paura e incrementa il coraggio. Il vostro bambino costruisce in tal modo la propria autostima con il “paracadute” del gioco: che riesca o meno nei suoi intenti, non ha nulla da temere, mentre nel suo cervello si tracciano le vie nervose del coraggio, dell’intraprendenza, del desiderio.
Gran bella cosa giocare!
Ma c’è di più.
Mentre l’amigdala di vostro figlio funziona con minore intensità, nel momento in cui la meta è raggiunta (per così dire, ha fatto goal) e lui cerca il vostro sguardo per trovare una risposta di gratificazione, approvazione e convalida, il sistema limbico, di cui l’amigdala fa parte, si attiva con sollecitudine, producendo rapide e intense ondate di emozioni molto piacevoli: il vostro piccolo sta semplicemente provando “picchi” di eccitazione.
La frequente riproduzione di questo meccanismo, consistente in un rapido passaggio da un’attivazione attenuata data dal gioco ad una forte e improvvisa attivazione emotiva determinata dalla convalida da parte di voi genitori, sviluppa il desiderio e stabilizza una buona stima di sé.
Ecco spiegata la ripetitività dei giochi di vostro figlio: una volta scoperta la connessione gioco + convalida = eccitazione, non farà altro che ripetere quei gesti e quell’attività, non soltanto per percepire le strane e piacevoli sensazioni dell’eccitazione, ma soprattutto per stabilizzare nel suo cervello le capacità di gestire quelle intense emozioni. Dovrà infatti imparare a focalizzare l’attenzione, orientare l’azione, sostenere particolari modificazioni organiche, regolare il respiro e i battiti cardiaci, preparare ulteriori azioni esplorative.
Potevate mai pensare che semplici giochi favorissero tutto ciò?
Anche l’autostima si costruisce dunque attraverso una buona relazione tra voi e i vostri piccoli: occorre offrire opportunità ludiche in grado di produrre fantasie e desiderio, ma soprattutto occorre che voi condividiate qualche attività.
Giocare con vostro figlio fa davvero molto bene alla sua autostima e, forse, anche alla vostra.