Home » Come educare » Eroi di Ieri vs Eroi di Oggi (Riattiviamo le Passioni!)

Eroi di Ieri vs Eroi di Oggi (Riattiviamo le Passioni!)

Avatar photo
Ulisse Mariani

Condividi articolo su:

Riassunto:

Un tempo esistevano gli eroi. Un tempo calciatori, attori, musicisti e cantanti favorivano nei giovani identificazioni, sogni e desideri. Oggi c’è penuria di eroi. Nessuno, nessun adulto che riesca più a contagiare l’entusiasmo, il coraggio, la passione. Nessun eroe appare all’orizzonte.


Un tempo, poco male se non si diventava campioni sportivi, attori famosi o grandi chitarristi: bastava il loro esempio di virtù e di virtuosismo per lanciare tendenze, modi di essere e di stare insieme.

Gli Eroi di Una Volta Scatenavano Passioni e Desiderio di Libertà

Chi non ricorda (tra gli ultraquarantenni) nomi di calciatori famosi come quello di Riva, Rivera o Mazzola? Chi non ricorda il rock trascinante dei Led Zepelin (soprannominati “il martello di Dio”) o la sinfonia dei Pink Floyd? Non inganni il fatto che molti musicisti di allora facessero uso di sostanze stupefacenti: ciò che favoriva l’identificazione e faceva volare la passione era la loro musica e le emozioni che era in grado di suscitare nelle generazioni di allora.

Un tempo questi eroi rappresentavano la colonna sonora dei giovani: si usciva con i dischi di vinile sotto il braccio per andarli ad ascoltare a casa di qualche amico (c’era sempre un amico con lo stereo più potente del tuo); si andava a vedere la partita tutti insieme; si andava al cinema per trascorrere un bel pomeriggio e per sognare un po’.

Cosa è Cambiato?

Modelli superficiali per i giovani

Oggi c’è penuria di eroi. Forse per le esigenze del mercato, forse per questa strana società tanto opulenta, quanto superficiale, si sfornano per lo più personaggi anch’essi superficiali, quasi a dare solamente il senso della quantità e dell’opulenza senza interessarsi al desiderio e alle vere emozioni di coloro che le debbono subire.

Una volta Gigi Riva faceva sognare per i suoi goal straordinari con la maglia (quella del Cagliari) incollata alla pelle per tutta la sua carriera.

Oggi Cristiano Ronaldo fa sognare per il suo costo stellare e per il suo girovagare da una squadra all’altra (quella ovviamente disposta a pagarlo di più).

Una volta il rock e i suoi mostri sacri scatenavano passioni e desiderio di libertà. Oggi la musica “tecno”, “house” e “garage” scatenano istinti e desiderio di…bere.

Una volta si appendeva in cameretta il ritratto di Che Guevara. Oggi vanno di moda i personaggi del Grande Fratello e qualche velina.

Mediocrità nella politica, nello sport, nello spettacolo, nella vita di tutti i giorni

Personaggi, appunto. Che arrivano da chissà dove, si consumano in fretta e poi spariscono per essere subito sostituiti da cloni di se stessi.

Non si avverte nell’aria alcun sussulto, alcun movimento, alcuna iniziativa controcorrente. Nessuno, nessun adulto che riesca più a contagiare l’entusiasmo, il coraggio, la passione. Nessun eroe appare all’orizzonte.

E loro, i giovani, prendono quello che c’è; si adeguano a quello che si offre loro; “giocano” con quello che passa il convento.

C’è poco da stare allegri.

Attraversiamo un tempo mediocre, in cui ognuno tende a riprodurre e a mantenere se stesso, castrando sussulti e slanci. Loro, i giovani, ci imitano, relegando sussulti e slanci a dimensioni sempre più virtuali (vedi il successo del Grande Fratello e di Amici) e sempre più cibernetiche (vedi il successo di Face book), fino a perdersi ogni sapore ed ogni colore della realtà.

Loro, i giovani, stanno perdendo il gusto dei sapori e dei colori: non riescono a gestire le proprie emozioni e quando ne incontrano qualcuna (un amore, un desiderio, un conflitto, una frustrazione, un semplice disappunto), possono spaventarsi a tal punto da ricorrere (non tutti, ma troppi) a protesi esistenziali come le droghe e l’alcool o a condotte inadeguate, prevalentemente violente e aggressive, quasi ad esorcizzare il senso di vuoto e malessere che li attanaglia.

Riattiviamo i Desideri!

Occorre rilanciare; occorre osare; occorre, urgentemente, una terapia del contagio. A cominciare dal nucleo familiare, a cominciare dalla scuola, dallo sport, dalla televisione, dalla politica.

Utopia? Forse, ma se ognuno di noi non si riprende il compito di colpire dritto al cuore dei bambini e dei giovani, attivando desideri, curiosità, senso di appartenenza e passioni, l’orizzonte apparirà sempre più piatto e sterile.