Riassunto:
L’accesso illimitato ad ogni bene di consumo narcotizza i disagi dei giovani che non riescono a crescere ed a maturare, ma non provano sofferenza o malessere per questo. Come curare allora una malattia che non si percepisce?
La vita di noi esseri umani porta con sé una strana maledizione: è attratta dall’eccesso. Le nostre esistenze, come individui e come popoli, tendono continuamente a rompere l’equilibrio in una direzione soltanto: della dissipazione, della dismisura, del consumo, del godimento attraverso l’agire.
L’Eccesso di Oggi Porta ad Essere Malati Senza Provare Disagio
La spinta all’eccesso si delinea oggi secondo due direttrici fondamentali: quella additiva e quella sottrattiva; quella maniacale della dismisura e quella, complementare, della drastica sottrazione dalla realtà.
Il picco pulsionale delle nuove dipendenze, tipiche delle nuove generazioni (disturbi alimentari, abuso di tecnologia, il fenomeno della poliassunzione di farmaci-alcool-droghe), rappresenta, allo stesso tempo, una deriva e un godimento, una discesa verso il basso e il tentativo di rimanere ancorati ad un continuo nirvana.
Depressione e maniacalità si fondono in una nuova espressione comportamentale e in vissuti inediti: perfino le scienze psicologiche e mediche faticano ad inquadrare queste patologie che, sempre più frequentemente, non sono supportate da disagio e sofferenza.
Come è possibile essere malati senza soffrire o almeno vivere in una dimensione di malessere e disagio?
L’Accesso Illimitato ad Ogni Bene di Consumo Narcotizza il Disagio
Probabilmente, per trovare risposte, occorre cambiare prospettiva. Per quote crescenti di giovani e giovanissimi (ma non si escludono i bambini) il malessere, inteso come dolore o mancanza, tende a collassare ancor prima di giungere alla coscienza in quanto “dopato” da un esteso ed infinito “paese dei balocchi” costruito ad arte “tutto intorno a loro”.
Uno spazio (anzi, una infinità di spazi) dove le nuove generazioni vengono spinte, sospinte e caldamente invitate ad abitare per viversi l’eccesso. Si intendono qui i numerosi luoghi di aggregazione di massa come le discoteche, i mondi virtuali dei social network dove le relazioni sono mortificate in un clic, l’accesso illimitato ad ogni bene di consumo sapientemente organizzato dal Mercato e continuamente foraggiato dalle famiglie (i figli oggi non hanno più le “paghette”, ma usufruiscono ad libitum di veri e propri ratei pensionistici!)
Tutto questo narcotizza il disagio prima che si trasformi in mancanza (di cosa?) o in dolore (per chi?).
Spinti all’eccesso, attratti dall’eccesso e accecati dall’eccesso, loro, i giovani, tendono a permanere nel luccicante paese dei balocchi, dove tutto è permesso e tollerato: perfino i decibel delle discoteche possono abbondantemente superare ogni limite di legge, quasi che lì, dove vanno i figli del terzo millennio, fosse permessa una zona franca, uno stordimento di massa, una carneficina acustica severamente vietata in ogni altro posto.
Come Curare Allora in Assenza della Percezione di Malattia?
Occorre dare regole al Mercato, unica istituzione che ormai si occupa a tempo pieno dei giovani, iniziando a creare qualche condizione di maggiore vivibilità nei luoghi di massima aggregazione.
Occorre, ancor più urgentemente, rifondare la Scuola (un tempo Cattedrale della Regola) in modo che educhi i suoi alunni a costruire insieme un nuovo Umanesimo fatto di incontri, desideri, passioni e condivisioni.
Con quali risorse?
Considerato il prezzo astronomico dei carburanti, accanto alle tante accise e tasse, non disturberebbe un ulteriore aumento della benzina di uno o due centesimi al litro per finanziare una serie rifondazione della Scuola italiana.
Tra tutte le tasse, sarebbe, con molta probabilità, la più amata dagli italiani perché rappresenterebbe un sicuro investimento nel futuro, prima che lo spread sociale ed umano diventi insanabile. Anche questo, in fondo, è Mercato.